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Piano Provenzana - Etna Nord

Piano Provenzana Etna Nord

Per parlare della storia della Provenzana dobbiamo fare un bel salto indietro a cento anni fa, esattamente 101 anni, proprio quando il sindaco Castrogiovanni il 3 luglio 1919 ebbe a dire in occasione della vendita del bosco, che: La costruzione di una strada rotabile di accesso al bosco, apre l'adito ad una seducente prospettiva di utilizzazioni delle bellezze naturali e panoramiche del bosco.

Già comincia a delinearsi la possibilità dell'impianto di un sanatorio per le malattie di petto, di una cantoniera per le osservazioni sismiche e vulcanologiche, di servizi automobilistici per attivare l'industria del forestiero e di chalets per alloggio e soggiorno di turisti e gitanti.

Questo progetto fallì miseramente e insieme all'istallazione negli stessi anni di una teleferica che da Linguaglossa raggiungeva quota 1650, si rivelarono come il più grave attentato all'economia di Linguaglossa.

Fu il Commissario Prefettizio al Comune di Linguaglossa, SANTOMAURO, che nel 1930 insieme al consiglio della S.U.C.A.I., riuscì a riadattare una baracca usata dai lavoratori della teleferica in rifugio alpino, così da dare il vero e proprio inizio ad uno sfruttamento turistico della nostra pineta.

Ma la costruzione di una rotabile era indispensabile per facilitare la viabilità, fino ad allora costituita da un sentiero, “la Trainara” percorribile solo a bordo di mulo.

Piano Provenzana Neve

Si dovette aspettare fino al 1941, quando nella delibera n. 73 del 10-8-1940 si deliberò di realizzare una pista camionabile, tutti noi ne abbiamo sentito parlare, era la pista Contarino, circa 11 km di pista, e doveva arrivare a Piano Donna Vita a quota 1250 metri, Ma siamo in piena guerra, e tutto si ferma.

Pochi giorni prima dell’elezione dell’assemblea regionale, l’11 aprile 1947 l’alto commissario per la Sicilia Giovanni Selvaggi inaugurò l’inizio dei lavori dell’attuale Mareneve, su idea del futuro Onorevole Attilio Castrogiovanni, figlio di quel sognatore del 1919, che era stato il sindaco dei contadini, il dott. Francesco Castrogiovanni.

Si saliva in montagna in tutti i modi, soprattutto per andare a sciare, si svolgevano regolarmente gare di sci, di fondo, ma anche di discesa, c’è ancora chi ancora si ricorda la lunga pista di discesa ricavata nella traccia taglia fuoco fatta nel 1957 dopo il grande incendio del 1956. Nel 1961 si inizia il progetto di prolungamento della Mareneve fino al bivio del Rifugio Citelli.

Il ritardo che si ebbe nella realizzazione della Mareneve, oltre 15 anni portò al ritardo di occasioni che andavano prese e che oggi sono perse per sempre, il ritardo maggiore si ebbe nella realizzazione degli impianti scioviari. Ma c’era un grande problema arrivare alla radura della Provenzana, dove da sempre ci si riuniva per gare competitive, e non solo, era il punto di maggiore bellezza della montagna, veduta sublime del massiccio, una distesa di verde, ma soprattutto una distesa di neve, abitata da un solo edificio, il Rifugio Puchoz. Ma questa bellezza era per pochi temerari. Ma la fatica appagava sempre i loro sforzi.

Una traccia utilizzata dai boscaioli, per trasportare il legname bruciato nell’incendio del 1956, conduceva agevolmente al Piano Provenzana.

Piano Provenzana Linguaglossa

Alla fine degli anni 60, qualcosa di importante accade, l’Ente Provinciale per il Turismo di Catania sotto la presidenza del Dottor Filippo Jelo, ha nuovi programmi, riceve diverse spinte per indirizzare i propri sforzi organizzativi anche verso il versante Nord, poco considerato.

C’era una sola montagna, un solo versante. Etna Sud. L’assessore Salvatore Lo Giudice, assessore al turismo, del comune di Linguaglossa è in quegli anni anche vice-presidente dell’EPT, proprio da lui partono le maggiori spinte verso un nuovo piano turistico.

Nel 1970 la svolta, arriva il grande progetto per una funivia che partendo da Piano Provenzana arriva a Monte Nero delle Concazze.

A Piano Provenzana il sogno di Linguaglossa è diventato realtà. da questo teatro disegnato armonicamente dalla natura, si dipartono le prime piste della nascente sciovia e della seggiovia che rispettivamente per la lunghezza di 650 metri e 2000 metri consentiranno di portare i nostri sciatori in campi di neve soffici e di straordinaria agibilità, sui contrafforti piano della provenza da quest’inverno si comincerà a sciare come a Sestriere.

Nel 1972 sembrava che il progetto oramai fosse al finanziamento finale. Ma qualcosa andò storto.

Al Comune di Linguaglossa regna il caos, finita l’esperienza Campana, si susseguono ben tre Commissari, il terzo Commissario è Linguaglossese, Angelino Emmi, segretario della DC locale, ed è lui che nell’estate del 1972 firma la delibera per la realizzazione della bretella che congiungerà la Mareneve alla Provenzana.

Nel novembre le elezioni comunali. Turi Lo Giudice con 572 voti risulta il primo eletto e diventa sindaco. Il progetto tanto programmato con l’Ept, non ha più ostacoli, già da qualche mese erano iniziati i lavori per la sistemazione del primo impianto che verrà chiamato Puchoz, da tutti conosciuto come Baby. Nell’aprile del 1973, l’impianto “regalatoci” dall’EPT viene posizionato, e nel natale del 1973 si ebbero i primi sciatori trainati dallo skilift. L’impianto era gestito dall’Ente Provinciale e dalla Pro Loco. Successivamente furono altri.

Piano Provenzana Etna Nord

Scriveva Santo Calì: La pianura della Provenzana, è sosta obbligatoria, non tanto per il riposo e per la necessità del cibo, quanto per il bisogno di chiamare a raccolta le sparse impressioni avute lungo il viaggio, per riassumerle e potenziarle nella contemplazione di un panorama che sa di miracolo.

E FU PIANO PROVENZANA

Un articolo di Antonio Cavallaro